Decisamente oltre il narrato da Mondrian e il detto su
tela da Kandinsky, vanno le opere spazialiste di Lino
Esposito. Il Maestro elabora una propria geometria della
mente che poi trasferisce su tela. La genialità
geometrica della forma si lega alla complessità dei
contenuti dando così origine a dei veri e propri
capolavori visivi. Lino con grande eleganza stilistica
pone alla nostra attenzione il suo mondo fatto di forme
che vanno ad occupare lo spazio. La cromia, libera da
qualsiasi tipo di contaminazione, si carica di profondi
significati.
L'architettura visiva che ne vien fuori corrisponde agli
archetipi geniali della mente. Lino traccia le basi per
diventare uno tra i maggiori interpreti di questo
movimento. Le sue narrazioni visive si muovono lungo il
labirinto della psiche, e abbandonato il filo di Arianna
che conduce alla banale razionalità, intraprendono la
via opposta, una via che le condurrà ad esplorare nuovi
mondi, non luoghi mai esplorati che appartengono al non
conosciuto.
La sua linguistica geometrica è dotta e raffinata. Il
suo stilismo ha un alfabeto del tutto personale. Queste
due caratteristiche rendono il Maestro facilmente
riconoscibile all'interno del variegato panorama
artistico internazionale.