Nata nel 1963 a Carbonia (CI), dove vive con
marito e due figli e insegna Inglese al Liceo
Scientifico ‘E. Amaldi’. Laureata in Lingue e
Letterature Straniere a Cagliari nel 1988,
dipinge da autodidatta fin da bambina sulle orme
del padre, mancato prematuramente, anche lui
autodidatta ma particolarmente esperto nell’uso
del colore e nella pittura a olio, poi
incoraggiata a proseguire dai preziosi consigli
della sua insegnante, la pittrice Febe
Antoniutti.
“Nonostante gli impegni di lavoro e famiglia Rosa è
sempre riuscita a ritagliarsi, con fatica, il tempo per
la sua passione. Negli ultimi anni, ha dato il via ad
una serie di esposizioni delle opere create in occasione
di mostre e rassegne. Inizialmente i suoi soggetti
preferiti erano paesaggi, nature morte e ritratti dal
vero. Che si tratti delle emozioni offerte dai colori e
dalle luci di un paesaggio, o dagli affetti familiari e
dai momenti di vita domestica, ciò che la spinge a
disegnare o a dipingere, è la volontà di racchiudere
tali emozioni quasi a ‘conservarle’ e ‘fermarle’,
preservandole dalla fugacità del Tempo; dagli anni 2000,
pur mantenendo una predilezione per il genere
figurativo, ha iniziato a sperimentare nuovi generi e
tecniche miste come l’acquerello e la tempera uniti al
pastello a olio e l’elaborazione digitale di fotografie
e disegni. Pittura e poesia l’hanno aiutata a superare
alcuni momenti dolorosi della vita, ridando un senso
alla sofferenza attraverso la riflessione sull’intima
relazione tra il microcosmo dell’esistenza umana e il
macrocosmo degli elementi naturali e attraverso la
ricerca e il riconoscimento della bellezza nella Natura,
nelle luci, nei riflessi e nei colori dei paesaggi, (…)
ma anche degli oggetti, frutti e fiori all’interno della
casa, (…). Ma la pittura nasce soprattutto da una spinta
interiore, un fremito e un richiamo irresistibile che
necessita di trovare sfogo nel realizzare un’idea, un
sentimento o un’emozione su una pagina, su una tela o
una tavola e a questo punto l’atto del disegnare e
dipingere diventano un gesto d’amore e di liberazione.
E’ con l’acrilico su tavola, unito ad altri materiali,
carta, stoffa, stucco, sabbia, fiori, che riesce ad
esprimere e a tradurre idee spesso legate ai temi di
alcune sue poesie, dove gli elementi naturali,
specialmente il mare e la terra, i fiori e gli alberi
diventano simboli e/o personificazioni di stati d’animo,
passioni, sentimenti. Inoltre, la sua attività poetica
si sviluppa in modo parallelo a quella pittorica,
evolvendosi negli ultimi anni fino alla fusione di temi
e soggetti. La Marongiu ha partecipato a diversi
concorsi letterari nazionali, conseguendo alcuni
riconoscimenti e segnalazioni, con pubblicazione di
alcune poesie in opere antologiche. Ha anche pubblicato
la sua prima silloge poetica dal titolo: ‘Lo scrigno
della mia anima’, nel 2007 ed è in preparazione una
seconda raccolta. Nelle sue ultime opere è più evidente
la passione per i forti contrasti, i colori puri e
vivaci, talvolta mischiati direttamente sulla tela, che
riescono a dare più forza alle rappresentazioni
simboliche di idee ed emozioni intrecciate talvolta alla
sua esperienza di vita, ultimamente caratterizzata
dall’incertezza dovuta all’accentuarsi di problemi
visivi; (tre sue opere sono esposte a Barcellona presso
il Centro de Oftalmología Barraquer: La finestra
dell’anima 1 e 2 e I miei occhi hanno
ali di farfalla). Da notare, in particolare, il
tema del quadro (…), Schola magistra vitae -
Sull’orlo dell’abisso, che esprime attraverso
vari simboli la disillusione e l’amarezza nei confronti
di una scuola che, soffocata e immiserita da anni di
politiche insensibili e miopi, da presunte innovazioni
tese solo al risparmio economico sulle spalle dei
giovani e degli insegnanti, riesce a fatica a
trasmettere alla società futura cultura, formazione e
fiducia”.
(Sintesi dal catalogo ‘L’arte italiana nel
Principato’- 4/5 ottobre 2012 Mese della cultura e della
lingua italiana, Ambasciata italiana nel Principato di
Monaco – Auditorium Rainier III, Montecarlo).
Le sue frequenti visite a Barcellona, la passione, e il
fascino per l’architettura geniale, i colori e le forme
ispirate alla natura delle opere di Gaudí, ma anche il
clima caloroso e accogliente della città, della sua
gente, della sua arte e l’amalgama armonioso di
tradizione e multiculturalità hanno fortemente
influenzato alcune delle sue ultime opere, dando un
nuovo impulso alla sua fantasia.